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Europeo azzurro, il segno dell’Italia più bella

L’Italia dopo 53 anni è campione d’Europa. L’europeo della rinascita italiana, nel calcio e dopo la pandemia.

Meritata, sudata, presa con le unghie e con i denti. Se c’è una cosa che gli italiani hanno imparato nell’ultimo anno e mezzo di pandemia è che una vittoria non è solo un rigore parato all’ultimo secondo di una finale dopo due tempi supplementari, ma una lunga e faticosa strada. Fatta di sacrificio e incertezza e alla fine,  solo alla fine… di gioia.

Gli azzurri hanno vinto questo europeo nel momento più difficile delle nostre esistenze e quindi anche delle loro, anche se si pensa sempre che chi vive nel calcio che conta sia sempre un po’ lontano da sofferenze e catastrofi. Nel momento più complicato, con il ricordo del lockdown ancora vivido nella nostra memoria, è venuto fuori quel cuore tricolore che sempre esce nel momento del bisogno. Ma sarebbe facile ridurre tutto a un semplice istinto di sopravvivenza, perché la macchina costruita da Mancini è frutto di competenza e lavoro. Questa Italia ha vinto perché è stata la migliore, senza se e senza ma, a partire dall’ultimo dei magazzinieri fino a Gigio Donnarumma, criticato per le sue scelte economiche a inizio avventura e oggi il miglior giocatore del torneo.

Delle tante cose di cui non ci dimenticheremo mai c’è quell’abbraccio rinnovato di turno in turno tra il tecnico azzurro e il grande amico, compagno e collaboratore di una vita, Gianluca Vialli. Due uomini di uno spessore umano incredibile che hanno lottato in campo, ma come sappiamo anche fuori, con quella forza che è diventata parte del DNA della squadra campione d’Europa.

Infine, ma nemmeno troppo alla fine, c’è tutto un intero popolo che davanti a tv e maxischermi ha chiesto a un simbolo della nostra Italia di regalare gioia e sorrisi in un momento, tutt’ora molto difficile. Il calcio è solo un gioco dice qualcuno, un passatempo per cui non vale certo la pena spendersi e stracciarsi le vesti. No, il calcio è uno sport. È uno sport che trasporta valori veri che possono diventare ispirazione e traccia per l’esistenza di tutti quanti noi a partire dai più piccoli, vere vittime di una pandemia vissuta da reclusi in casa. E allora prendiamocela tutta questa coppa, godiamocela tutta questa gioia. Teniamocela stretta e crediamo ancora una volta in un Italia migliore.

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