Anche Zamira, come altre colleghe ascoltate nei giorni scorsi da Ret55, lavora in Rsa.
E’ un’operatrice socio sanitaria e tiene a sottolineare l’esigenza di riconoscere alla categoria le conseguenze fisiche dei quotidiani sforzi: “A volte – racconta – ci troviamo davanti a delle autentiche contraddizioni: l’INPS, ad esempio, riconosce l’ernia dorsale, ma non l’ernia cervicale.
Un cortocircuito incomprensibile, visto che io e i miei colleghi lavoriamo con tutto il corpo, a partire dalle braccia”.
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Varese: RSA, le fatiche degli OSS: “L’ernia incombe”
Zamira lavora in RSA e lancia un appello all’INPS sulle “malattie professionali non ancora riconosciute”
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Matteo Inzaghi
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