Dati alla mano, le elezioni di Saronno danno al centrodestra una buona ragione per gioire e una per tremare. Rienzo Azzi è indubbiamente in testa, con 6.640 preferenze personali, 2 mila quattrocento in più della sfidante al ballottaggio, Ilaria Pagani.
Il secondo turno, però, è ancora tutto da scrivere ed è proprio la coalizione che sostiene l’ex consigliere regionale a dover serrare le fila e convincere gli elettori a non disperdersi. Inoltre, a voler guardare il numero reale di votanti, un elemento è mancato del tutto, un altro ha minimizzato il proprio contributo.
La Lega ha subito un crollo: 1406 voti contro i 3888 di 5 anni fa. E’ vero che, la scorsa tornata, il candidato era il leghista Alessandro Fagioli. Ma una riflessione si impone, perché rastrellare così poco, nonostante una campagna elettorale vissuta appieno, significa aver perso per strada molto del consenso di allora.
Diverso l’approccio di Fratelli d’Italia, che guadagna soltanto 700 voti rispetto alla volta scorsa, complice, forse, una campagna vissuta timidamente e senza particolare entusiasmo.
Nello stesso tempo, l’esponente del centrosinistra, coi suoi 4.228 voti, nota il passo indietro del PD, che da 3126 consensi scende a 2.671. Difficilmente Pagani avrà dalla sua l’uscente Airoldi, quindi resta aperta l’incognita Ciceroni. Quest’ultima ha mantenuto pressoché intatta la precedente dote e ha già dichiarato che non sosterrà né l’uno né l’altra. Ma quanti dei suoi 2.275 sostenitori decideranno autonomamente e soprattutto, a favore di chi? Ecco il vero ago della bilancia. Civico, estraneo alle scuderie e sufficientemente popolare da fare la differenza.
