Nel suo consueto appuntamento social “Caffè scorretto”, Andrea Cassani, segretario provinciale della Lega e sindaco di Gallarate, prende posizione sulla vicenda giudiziaria che ha travolto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e l’assessore Giancarlo Tancredi. Cassani pur dichiarandosi lontano dalla visione amministrativa di Sala, ne prende le difese.
“Ritengo che quello che stia accadendo a Milano sia un processo avvenuto sulla stampa”, afferma Cassani, “da quello che ho letto non mi sembra che vi siano delle ragioni o grosse responsabilità di Sala in quanto sindaco”.
Il primo cittadino di Gallarate, esponente del centrodestra, spiega che sebbene il sindaco e gli assessori possano dare un indirizzo politico, sono poi altri i firmatari materiali degli atti, "i sindaci, gli assessori, non firmano nulla. Ci sono dei dirigenti, dei segretari generali, dei responsabili, gli uffici del settore. E se c’è qualcosa che non ha funzionato a Milano, ammesso e non concesso che sia così, che ci siano delle responsabilità del sindaco, mi sembra qualcosa di un po’ esagerato".
Cassani entra poi nel merito del contesto milanese, evidenziando una gestione che, secondo lui, avrebbe favorito un peggioramento della sicurezza.
Infine, rilancia una stoccata al centrosinistra e al Pd milanese, facendo riferimento ad alcune intercettazioni dove Boeri spiega a Sala che forse l’atteggiamento di Majorino nei confronti dei senzatetto fosse di “troppo buonismo, troppa accoglienza”. E poi conclude “questo sicuramente è responsabilità politica di un partito che fa di certe battaglie politiche anche l’amministrazione corrente”.
Per quanto riguarda la sua esperienza, Cassani chiude il suo discorso con un confronto territoriale: “Quando ho iniziato come sindaco c’erano tanti CAS (centri accoglienza straordinaria) aperti sul nostro territorio. Adesso a Gallarate non c’è neanche più un CAS. Ci sono circa 1300 richiedenti asilo sul territorio provinciale di Varese, più neanche uno su Gallarate, mentre forse buona parte sono su Varese città”.
Intanto, da Milano, Sala ha rotto il silenzio intervenendo in Consiglio comunale per ribadire la propria onestà, “In tutto ciò che ho compiuto nel mio mestiere di sindaco – rivendica – non esiste una singola azione che possa essere attribuita a un mio personale vantaggio. Le mie mani sono pulite”. L'assessore Tancredi, invece, si è dimesso.






