“Asportare un attrezzo che non ha nessun utilizzo se non quello di salvavita è un gesto, secondo me, poco degna di un essere umano”, così il primo cittadino di Cavaria con Premezzo commenta il gesto tanto grave quanto incomprensibile di un giovane uomo straniero, richiedente asilo, che nella notte tra il 13 e il 14 luglio, insieme ad un gruppetto di altri 3, come si vede nelle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, ha dapprima strappato il defibrillatore davanti alla stazione ferroviaria portandolo all’interno per poi renderlo inutilizzabile.
Il defibrillatore pubblico era stato installato un anno e mezzo fa grazie alla generosità dei commercianti del paese. Ora l’azienda che lo ha installato valuterà il danno e deciderà se ripararlo o sostituirlo con uno nuovo.
“Tutta Cavaria è rimasta male. Un conto è danneggiare un lampione, altro è distruggere un presidio salvavita. Si tratta di una persona che evidentemente non conosce le regole del vivere civile”.
L’indagine è stata condotta dal neo comandante della Polizia Locale, Massimo Gianotti, che – insieme all’assessore alla Sicurezza Diego Bonutto – ha visionato le immagini dell’impianto di videosorveglianza. Sono state proprio le telecamere a circuito chiuso, più di 100 in tutto il comune, a immortalare il gesto: il giovane si è avvicinato alla teca e ha asportato il defibrillatore, portandolo con sé all’interno dello stabile. Quando gli agenti lo hanno rintracciato, il DAE era già completamente distrutto.
Durante l’interrogatorio, il giovane ha dichiarato di non sapere cosa fosse quell’’attrezzo’. Zeni ha ribadito che la richiesta di asilo “verrà naturalmente riconsiderata anche in base al suo comportamento”. Non risultano precedenti episodi legati allo stesso soggetto, ma il gruppo di cui faceva parte – quattro persone tra i 25 e i 30 anni – è ora sotto osservazione.
“Purtroppo – ha concluso il sindaco – questi episodi dimostrano che serve ancora più attenzione sulla sicurezza e sull’educazione al rispetto delle regole. Confidiamo che questa vicenda faccia riflettere: certi gesti non hanno giustificazioni”.






