Lainate: Aggressione a padre e figlio, crudeltà da branco

Preoccupa l’aggressione a un uomo, ebreo, picchiato e insultato in un autogrill alla presenza del figlio

Da che Mondo è Mondo, i conigli uniscono le forze per fingersi lupi.
E' accaduto anche domenica in un'area servizio alle porte di Milano, dove un uomo e suo figlio, ebrei, sono stati presi di mira dal famigerato branco.
Il primo ad apostrofare l'uomo, francese, sarebbe stato un cassiere, al grido di "Palestina libera!", quello risuonato più volte la sera stessa nel centro di Varese, durante un corteo e carosello dedicati alla tragedia che da anni affligge Gaza.
Ma cosa c'entrano quell'uomo e il suo bambino di 6 anni col sangue e i missili e la fame e la morte?
Che domande: niente di niente. Indossavano la kippah, il tipico copricapo indossato dagli ebrei. Tanto è bastato per scatenare gli insulti prima e le botte poi a un uomo, gettato a terra e preso a calci di fronte agli occhi terrorizzati del piccolo.
Non facciamo finta di niente, non archiviamola alla voce "mele marce". Queste sono azioni da commando, sono la punta estrema di un odio cieco, feroce, che si riempie la bocca con la parola pace, ma che in realtà sogna solo la sopraffazione dell'altro.
Chi si mette in gruppo contro una persona sola non ha ragioni, non ha alibi, non ha punti di vista, non ha nemmeno appartenenza. Ha solo cattiveria, ingiustificabile come qualunque degenerazione violenta.

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