Gallarate: Muri al Gadda, da arte inclusiva a simboli di odio

Croce celtica, bandiera palestinese e insulti a Israele dove c’erano i murales degli studenti del Gadda

“No alla censura dell’arte”, insulti a Israele, una croce celtica e la bandiera della Palestina: nella notte tra venerdì 1° e sabato 2 agosto, i muri davanti all’istituto superiore Gadda Rosselli di Gallarate sono stati presi di mira e imbrattati per l’ennesima volta. Il sindaco Andrea Cassani parla di “caos ideologico di una certa militanza giovanile di sinistra che si definisce antifascista ma usa simboli neonazisti, difende la Palestina ma ignora che Hamas opprime donne e omosessuali" e poi continua "marciano ai gay pride inneggiando a regimi dove l’omosessualità è reato; rivendicano femminismo ma tacciono di fronte alla segregazione islamista. Siamo davanti a una cultura di plastica: slogan senza coerenza, proteste da copertina, indignazione a intermittenza. Tutto fa brodo, purché sia contro Israele e contro l’Occidente. Ma forse è proprio questo il problema: si manifesta per tutto, senza capire nulla”.

Eppure, quegli stessi muri raccontavano, fino a poco tempo fa, tutt’altra storia: un progetto scolastico del 2016, fatto di colori, arte e inclusione, poi cancellato nel 2023 su ordine della Commissione Paesaggio, che li definì “abusivi”. Appelli, dialoghi e proposte di recupero da parte di studenti e docenti non bastarono.

Oggi quei muri grigi e vuoti sono diventati terreno di sfogo per una gioventù disillusa e arrabbiata. Rimane il dubbio: se il progetto degli studenti fosse stato valorizzato o accompagnato da un nuovo percorso condiviso, avremmo evitato questo ennesimo sfregio?

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