Un milione di giovani, di vite e di speranze, tutte in un unico luogo e per la stessa ragione. E no, non è stato un rave party coperto dallo scopo religioso come qualcuno si ostina ancora a pensare.
Chi ha vissuto almeno una giornata Mondiale della Gioventù sa di cosa si sta parlando. Succede dal 1986 grazie all’idea di Papa Wojtyła ed è successo di nuovo a Roma, alla prima volta di Leone XIV, nel mezzo di questo Giubileo falcidiato dalle guerre e dalle bombe in tutto il mondo. Sono solo ragazzi di oggi questi Papa Boys, gli stessi additati da tanti “matusa” come marchio di una generazione senza valori. Prigionieri dei social, amanti di una musica malata. Rieducabili sì, magari con il ritorno della leva obbligatoria.
A Tor Vergata, però, tutti questi folli 20enni non hanno percorso le strade di mezzo mondo per venire a sballarsi. Droga, violenza, disprezzo per la vita e per gli altri non hanno trovato posto nei cuori sotto il cielo di Roma, ancora meno nelle pagine di cronaca nera dei nostri telegiornali. Una questione di Fede, certo, profonda e genuina, ma una dimostrazione civiltà, umana ancora prima che divina come del resto è il Vangelo di Gesù.
E oggi non possiamo far finta che tutto ciò non si avvenuto, tornando ancora e ancora nei prossimi mesi e anni a criticare i giovani ogni volta che i fatti quotidiani ce ne danno l’occasione. Questa generazione si merita il sostegno di tutti e ha diritto a pretendere un’educazione di valore. Quella però è una responsabilità degli adulti, non è certo loro.
Il messaggio di Papa Leone dalla spianata non poteva essere più chiaro di così. "Non allarmiamoci se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro. Non siamo malati, siamo vivi!". Questi ragazzi sono vivi e la società civile, la politica, persino la Chiesa stessa non possono ignorare che il popolo sorridente ed emozionato della GMG è la più grande speranza che abbiamo. Da soli, però non possono andare da nessuna parte.
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Roma: Giubileo, giovani di valore anche senza “leva”
I Giovani della Gioventù al Giubileo, “La prova di una generazione di valore per chi non crede in loro”
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Mattia Andriolo
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