Sala piena al Centro Congressi Ville Ponti per il convegno “Materiale di risulta del verde pubblico e privato – Valorizzazione, buone pratiche e strumenti di tracciabilità per le aziende agricole, artigiane e le Amministrazioni pubbliche”, promosso da Assofloro con Coldiretti, Federforeste e Associazione Florovivaisti Varesini, con il patrocinio di Regione Lombardia. Un confronto operativo su tracciabilità, semplificazione e casi pratici per trasformare sfalci, ramaglie e scarti florovivaistici da problema a sottoprodotto capace di generare valore.
Ad aprire i lavori Pietro Luca Colombo, presidente Coldiretti Varese: «La provincia di Varese è terza in Lombardia per numero di aziende florovivaistiche e il capoluogo è una vera “città giardino” non solo per vocazione ma per densità imprenditoriale. Le nostre imprese sono oltre il centinaio: questo tessuto produttivo merita regole chiare. Il materiale di risulta deve essere considerato un sottoprodotto da valorizzare: da generatore di costi deve diventare — e può essere — generatore di valore. Le nostre aziende sono già troppo oberate da concorrenza sleale e interpretazioni difformi delle norme: basta incertezze, valorizziamo ciò che può essere una risorsa molto utile».
Nada Forbici, presidente Assofloro: «La legge c’è, va applicata e riconosciuta. Oggi abbiamo gli strumenti, in particolare il formulario, perché i sottoprodotti delle produzioni vivaistiche siano riconosciuti come base di una economia circolare e non come rifiuto. Come si fa a considerare legno, foglie, rami come rifiuti? Difendiamo un principio: abbattere la burocrazia, applicando in modo coerente la normativa nazionale. Una volta raccolto il materiale di risulta e verificata la sua pulizia, può entrare in filiera, generare altri materiali e economie di scala. Deve essere altrettanto chiaro che il sottoprodotto non è la nostra attività: la nostra attività è la manutenzione del verde. Ciò che ne deriva è sostanza organica da valorizzare secondo un percorso tracciato e conseguente».






