Gallarate: Grande Ospedale, debutto tra entusiasmi e critiche

Prima presentazione ufficiale del nuovo ospedale a Malpensafiere, minoranze “a Gallarate non rimane niente”

La presentazione ufficiale del Grande Ospedale della Malpensa, in programma il 12 dicembre a MalpensaFiere, arriva in un clima politico tutt’altro che sereno a Gallarate. Nell’ultimo consiglio comunale cittadino è stato approvato – con 14 voti favorevoli e 8 contrari – la delibera che sostiene l’accordo di programma per la realizzazione del nuovo polo unico Busto-Gallarate, facendo emergere divisioni profonde sul destino dei servizi sanitari cittadini.

L’evento a Busto Arsizio, che vedrà la partecipazione del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, dei sindaci di Busto Arsizio e Gallarate, dei vertici di ASST Valle Olona e dei progettisti internazionali chiamati a illustrare il futuro nosocomio, è annunciato come un passaggio storico per il territorio: verrà svelato il progetto vincitore e illustrate le prospettive della nuova struttura, destinata a diventare il fulcro della sanità del Basso Varesotto.

Il debutto del grande nosocomio, però, è salutato da entusiasmi esclusivamente di maggioranza a Gallarate: durante l’ultima seduta consiliare, infatti, il dibattito politico si è acceso soprattutto sul futuro dei servizi sanitari cittadini e le minoranze hanno parlato, senza mezzi termini, di “dismissione totale” del Sant’Antonio Abate.
Secondo l’opposizione, il nuovo ospedale sancirebbe: la chiusura definitiva dello storico nosocomio cittadino con la perdita del padiglione Trotti Maino e di un pronto soccorso appena sistemato e soprattutto il rischio di “consegnare ai privati la gestione dei servizi sanitari”.
“Si cancella un pezzo di storia lungo 150 anni”, ha affermato Massimo Gnocchi di OCG, mentre aumentano i tempi d’attesa “e chi non ha un’assicurazione rischia di restare senza risposte”, ha sottolineato il consigliere comunale di centrosinistra, Michele Bisaccia, criticando aspramente la mancanza di investimenti sul territorio “è stato solo cambiato il nome del distretto in Casa di comunità”. Più politico l’intervento di Ferrari, che ha rivendicato come le proposte della minoranza risalgano già al 2019: “Votiamo qualcosa su cui tante decisioni sono già state prese”. Pignataro si è rivolto al governo cittadino con parole dure, “state cedendo immobili che dovrebbero garantire servizi pubblici. Una scelta contro gli interessi dei cittadini” e poi Coppe ha sottolineato come la maggioranza non abbia fatto nulla per evitare l’arrivo del privato.

Di segno opposto la posizione della maggioranza, che ha difeso la scelta come “necessaria e ormai inevitabile” di fronte alle criticità strutturali del Sant’Antonio Abate. Secondo il centrodestra, il nuovo polo permetterà di avere una sanità più moderna e sostenibile, concentrare specialità oggi frammentate, riconquistare servizi oggi persi o in difficoltà. La maggioranza ha sottolineato che l’accordo di programma rappresenta l’unico percorso per garantire continuità e qualità al sistema sanitario del territorio. Sicuramente, l’appuntamento del 12 dicembre sarà una prima occasione per valutare il progetto del Grande Ospedale e l'impatto che avrà sul territorio.

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