La notizia è che non vi saranno notizie, nè comuncazioni, nè compiti, nè incarichi: nulla che possa avere a che fare con il lavoro e che comporti l’obbligo di accedere alla propria casella e-mail, al telefonino, a whatsapp o ai social network. Succede all’Università dell’Insubria, che per prima sceglie di applicare il “diritto alla disconnessione”. Cioè al riposo, della mente e anche delle dita, vista la nostra ormai collaudata predisposizione a digitare parole – simboli ed emoticon, a sfiorare dispaly, a premere tasti. In ossequio a una legge già in vigore nella vicina Francia, l’ateneo di Varese e Como assume una posizione politicamente – oltre che culturalmente – rilevante e decide di lasciare in pace i propri dipendenti dalle ore 20 alle ore 7.
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L’Insubria si disconnette. Dalle 20 alle 7
L’università di Varese e Como riscopre il valore della “disconnessione”. Da fine pomeriggio a inizio mattina, il personale dell’ateneo potrà evitare il contatto con smartphone, computer e tablet
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Redazione Rete55
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