Fino agli anni Cinquanta i nonni di Angelo Pellegatta producevano vino a Busto Arsizio. Una vocazione a lungo dimenticata dal territorio, ora riscoperta grazie al restauro dell’antica cantina sotto Palazzo Cicogna, a cui ha brindato l’associazione culturale B300, che si prefigge di recuperare le tradizione locali con nuove formule
Nell’occasione è stato lanciato un appello da Antonio Tosi, detto Ul Pedela, noto in città anche per il fatto che veste i panni dul Tarlisu, la maschera carnevalesca locale: “Torniamo a piantare qualche vite nel Parco Alto Milanese”.
In assenza della giunta, a cogliere l’invito è stato il presidente del consiglio comunale, che in città è espressione dell’opposizione e che l’ha rilanciato, sperando in un’azione bipartisan: “Sì potrebbe cogliere questa provocazione per fare come Milano con la vigna di Leonardo”.
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“La vite di Busto come quella di Leonardo”
Il brindisi inaugurale della restaurata cantina cinquecentesca sotto Palazzo Cicogna è stato l’occasione per provare a rilanciare l’antica vocazione vitivinicola della città
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Chiara Lucia Milani
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