“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”. Evidentemente, non quelli di Stefano Binda. Questo, almeno, secondo la Corte d’Assise d’Appello di Milano, che ieri sera ha assolto l’uomo, 52 anni di Brebbia, dall’accusa di aver ucciso Lidia Macchi nel Gennaio 1987. Dopo 3 anni e mezzo di carcere, Binda è tornato a casa da uomo libero. E dopo 32 anni Lidia e la sua famiglia non conoscono ancora nome e volto del killer. La frase del nostro incipit non è casuale: ci riporta ad una magnifica poesia di Cesare Pavese, ma anche ad una parte integrante dell’impianto accusatorio.
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Binda assolto, ma non c’è pace per Lidia
La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha deciso: il 52nne di Brebbia è innocente. Lui è già tornato a casa. E la morte della giovane resta, dopo 32 anni, senza un responsabile
- Pubblicato il
Matteo Inzaghi
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