Può un dio morire davvero? No. E a maggior ragione il dio del calcio resterà vivo per sempre nell’immortalità del ricordo di chi ha visto Maradona.
Non solo l’Argentina, che ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, è affranta ma il mondo intero celebra il «Pibe de Oro», morto ieri, mentre era in convalescenza a casa dopo un intervento al cervello. E Napoli, la Napoli che, con devozione, gli intitolerà lo stadio San Paolo, memore delle immense gioie vissute negli anni ruggenti dei due scudetti di Diego, è profondamente scossa, come ci dice Mimmo Malfitano, giornalista della Gazzetta dello Sport, pronto a ricordare «il suo Maradona». Fra i tanti suoi compagni di squadra al Napoli abbiamo scelto di chiamare Beppe Bruscolotti, di poche parole, nel calcio come nella vita, ma sempre essenziale, anche ricordando Diego, molto più di un compagno perché quasi un fratello.
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Il dio del calcio giocava per strada coi bambini
L’ex compagno del Napoli Beppe Bruscolotti e il giornalista Mimmo Malfitano ricordano l’umiltà e l’umanità di Diego Armando Maradona, scomparso ieri
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Filippo Brusa
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