(Adnkronos) - “Oggi abbiamo parlato di equivalenza contrattuale ed è emerso un modello concreto di contrattazione che punta alla qualità e che intende andare oltre i criteri formali di equivalenza, attraverso istituti capaci di offrire servizi reali a imprese e lavoratori, garantendo tutele effettive. Possiamo dire di esserci definitivamente sganciati da una visione tradizionale e ormai obsoleta, in cui erano considerati validi soltanto alcuni modelli contrattuali. Oggi c’è una grande apertura e, con essa, una grande sfida per le organizzazioni sindacali e per le associazioni datoriali: dimostrare che si può fare contrattazione di qualità, andando oltre la tradizione e competendo al rialzo”. Lo ha dichiarato Lucia Alfieri, consigliere di amministrazione di Fonarcom e moderatrice del talk 'Appalti e Ccnl: dal principio di equivalenza alla sua attuazione concreta', organizzato dal Fondo paritetico interprofessionale nell’ambito della Convention dei Consulenti del lavoro di Napoli. “Il principio di equivalenza - ha aggiunto - non si limita a garantire tutele economiche, ma anche normative. In questo contesto la bilateralità assume un ruolo centrale: è uno degli indicatori di equivalenza previsti dalla normativa e rappresenta il luogo in cui le parti sociali possono offrire servizi concreti. Tra questi, uno dei più importanti è senza dubbio la formazione, perché se davvero si vuole mettere la persona al centro, non si può prescindere da percorsi formativi che permettano ai lavoratori di aggiornare le competenze, riqualificarsi e restare competitivi in un mercato del lavoro che cambia rapidamente”. Alfieri ha sottolineato come il nuovo Codice degli appalti (D.Lgs. 36/2023) introduca “un principio rivoluzionario, che riconosce la coesistenza di più contratti collettivi, purché di qualità, coerenti e in grado di assicurare le stesse tutele”. Un cambio di paradigma che, secondo la rappresentante di Fonarcom, “valorizza il pluralismo sindacale e premia le imprese che scelgono di competere sulla qualità del lavoro e non sul costo del lavoro”. “La formazione - ha ribadito - è l’unico strumento che consente di trasformare un principio giuridico in un cambiamento reale. Perché l’equivalenza funzioni davvero, servono persone formate, consulenti preparati e imprese consapevoli del valore di una contrattazione collettiva moderna”. Nel suo intervento, Alfieri ha ricordato che Fonarcom, con oltre 260.000 imprese aderenti e più di 1,7 milioni di lavoratori, rappresenta “un laboratorio permanente di innovazione nella formazione continua, capace di accompagnare le aziende in questa nuova stagione di cambiamento normativo e culturale”. “La sfida dei prossimi anni - ha concluso - sarà quella di coniugare competitività e benessere organizzativo, costruendo un mercato del lavoro che premi qualità, partecipazione e responsabilità sociale. Il principio di equivalenza ci chiede proprio questo: non scegliere un contratto per tradizione, ma per contenuto e coerenza con i bisogni reali del lavoro”.
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Alfieri (Fonarcom): "Equivalenza contrattuale è occasione di crescita"
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Redazione Rete55
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