La filiera del riuso dei tessili è in crisi a livello europeo. L’allarme è stato lanciato negli ultimi mesi dagli operatori del settore; le radici del problema vengono da lontano e i suoi effetti sono ora tangibili sul territorio.
L’amministrazione ha quindi disposto una riorganizzazione del servizio per rendere la raccolta più efficiente e i controlli più puntuali. Dei 56 cassonetti disposti in 39 postazioni, sono ora 35 i bidoni disponibili in 19 punti in cui i cittadini del Comune potranno conferire i loro abiti dismessi, ma ancora utili per essere indossati.
Il servizio di raccolta degli abiti usati a Varese è gestito grazie a rete RIUSE, rete di cooperative sociali promosse da diverse Caritas diocesane della Lombardia, scelta con l’obiettivo di sostenere, attraverso la reimmissione degli abiti usati nel mercato del riuso, iniziative di utilità sociale a supporto di persone fragili.
“Come amministrazione, ci troviamo a gestire il risvolto locale di un’emergenza ben più diffusa che ha portato altre città addirittura a sospendere il servizio – dichiara Nicoletta San Martino, assessora alla tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare del Comune di Varese – La nostra scelta è invece di tenere fede all’impegno di sostenibilità preso, confermando il modello di servizio che trasforma in valore sociale, ambientale ed economico quello che fino all’altro giorno era solo un rifiuto. L’invito che rivolgiamo ai cittadini è di curare la qualità dei conferimenti, selezionando gli abiti depositati nei cassonetti, in modo che sia possibile immetterli effettivamente nella rete riuso e ridonare loro valore. Con la collaborazione di tutti si preserverà il cuore sociale del progetto e si contribuirà al mantenimento del decoro cittadino.”
“La filiera della raccolta e del riciclo degli abiti usati oggi si trova a fronteggiare una crisi dovuta a diversi fattori – dichiara Matteo Lovatti, presidente della cooperativa sociale Vesti Solidale che si occupa, in collaborazione con Caritas e rete RIUSE, del servizio di raccolta – Tra questi spicca l’aumento dei conferimenti di bassa qualità, dovuti al dilagare della cosiddetta produzione fast fashion, unito alla mancanza di un settore industriale sostenibile economicamente che si occupi del riciclo delle fibre tessili. Modelli d’acquisto consumistico e compulsivo di abiti nuovi ma poco durevoli hanno saturato il mercato. La conseguenza è la necessità di dover avviare a smaltimento, costoso sia dal punto di vista ambientale che economico, una parte sempre più abbondante di questo raccolto, moltiplicando i costi di gestione.”
Da qui la conseguente sospensione o riorganizzazione del servizio di raccolta da parte delle realtà amministrative locali.
Di seguito, l'elenco delle postazioni attive a Varese: Cimitero della Rasa; Cimitero di Bregazzana; Cimitero di Sant’Ambrogio; via Saffi (Avigno); via della Carnaga (Masnago); via Marzorati (Montello), via Appiani (esterno della scuola Pellico); via Crispi/fermata degli autobus piazzale Staffora (Brunella); via Milano (angolo via Luini); via San Francesco d'Assisi (ingresso posteggio ACI); via Monte Generoso (fermata degli autobus altezza via Nabresina); via Ottorino Rossi (parcheggio Bulfaretti); piazza Sant'Evasio (Bizzozero); angolo vie Quarnero/Brenta e piattaforma ecologica (Belforte); Cimitero di Giubiano; via Bossi (piazzale di fronte alla chiesa di Bobbiate); piazzale Roma (Schiranna); via Ettore Ponti (Calcinate del Pesce).
Sono esclusi dalla raccolta prodotti non adatti al riuso, come indumenti intimi, bandiere, abiti da lavoro, o stracci. Le norme di corretto conferimento e lista dei punti di raccolta sono disponibili anche sul sito www.varesepulita.it.






