Cassano: Legambiente contro il nuovo supermercato

Ambientalisti dicono “no” al nuovo Famila a Cassano, “un errore che pagheremo a caro prezzo”

Il destino di oltre un ettaro e mezzo di verde tra via Rossini, Puccini e via Vecchia Villa a Cassano, in questi giorni è al centro del dibattito pubblico.

L’area agricola, rimasta a verde per anni di fronte alla chiesa di San Martino, è destinata a ospitare un nuovo supermercato della catena Famila: un intervento da oltre 15mila metri quadrati che Legambiente definisce “un passo indietro che pagheremo a caro prezzo”.
L’ultima presa di posizione degli ambientalisti riporta l’attenzione su una vicenda che aveva già acceso il confronto pubblico qualche giorno fa, quando anche le Acli cittadine avevano usato parole dure contro il progetto.

Il circolo cittadino di Legambiente denuncia la perdita irreversibile di suolo e dei suoi elementi naturali funzionali: capacità di assorbire l’acqua piovana, ombra, biodiversità urbana, qualità dell’aria.

Nel mirino anche il Piano di Governo del Territorio del 2007, ritenuto non più adeguato all’attuale sensibilità sul consumo di suolo. Legambiente ricorda di aver chiesto più volte una revisione delle aree edificabili, privilegiando il recupero dell’esistente. “In questa operazione 5.200 m² verranno ceduti al Comune. Non solo: il progetto prevede la cessione al Comune di una porzione dell’area per servizi o edilizia residenziale” continuano gli ambientalisti, “Tutto molto bello se si trattasse di recuperare un’area dismessa, ma in questo caso usare le case popolari per giustificare consumo di suolo è una scorciatoia politica che non regge”.

Critiche anche alle compensazioni ambientali: i 90 alberi previsti vengono considerati insufficienti rispetto all’impatto dell’intervento. E cresce la preoccupazione per il traffico aggiuntivo portato da un supermercato in un quartiere residenziale già delicato.

Secondo Legambiente, alternative possibili esistevano e forse esistono ancora: un parco agricolo, un corridoio ecologico, orti sociali, spazi di educazione ambientale o un giardino terapeutico. Progetti che avrebbero garantito benefici più duraturi alla comunità.
Il circolo chiude con un appello alla cittadinanza e chiede un confronto pubblico, ricordando che una volta avviata l’urbanizzazione “non sarà più possibile tornare indietro”.

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