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Betta, Max e gli echi di vita nelle città degli spiriti

Il libro “E serbi un sasso il nome” esplora e racconta decine di vite attraverso lapidi, epitaffi, monumenti cimiteriali. Una vera e propria Spoon River nostrana

C’è Maria, che piange il figlio Antonio caduto per mano austriaca. E c’è l’eroe mancato Gian Mario. C’è l’equilibrista Daviso, abituato a guardare in faccia l’abisso e c’è la raffinata Ludmylla, salutata da essenze e profumi che ne custodiscono l’eterno riposo. C’è Giannina che danza con infinita leggerezza, in quella dimensione che non conosce più gravità. Ma c’è anche l’amarezza dell’innocenza perduta e dei sogni traditi, di una donna che ancora oggi, dalla nuda terra, canta il proprio disprezzo per il marito che non conosceva dolcezza. E poi tanti altri protagonisti, poco conosciuti eppure fondamentali nell’eterno moto di una Storia impastata di sentimento.

Il libro di Elisabetta Cacioppo e Massimo Tafi, “E Serbi un Sasso il Nome“, è nato per passione, cresciuto per amore, pubblicato per sfida. Matteo Inzaghi incontra gli autori del volume e ce ne descrive origini e contenuti, soffermandosi sulla valenza di un’opera a suo modo rivoluzionaria.

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