La casa che fu di Lucio Fontana ci guarda da lontano, vegliando sulla sala a lui intitolata, incastonata nel cuore di Comabbio e pronta ad accogliere le opere di Giovanni Fabiano, visitabili fino all'11 Maggio.
Curata da Massimo Cassani, organizzata dal Borgo di Lucio Fontana e introdotta dal sindaco Mario Deplano, la mostra si presenta da subito originale.
Molti dei quadri sono imponenti, variopinti e caratterizzati da materiali di recupero quali vecchie arance, cortecce d'albero, pezzi di plastica, ritagli di jeans.
All'astrazione della forma si mescola una ben definita propensione ai volti, umani o meccanici, ma sempre stravolti da espressioni marcate, beffarde o truci, assorte o aggressive.
E così, gli stati d'animo dell'artista, le sue stagioni emotive - umanamente caratterizzate da gioia e rabbia, passione e sofferenza, delusione e riflessione - sprigionano forza semantica che si concretizza nell’utilizzo della materia, prima ancora che nelle pennellate.
Non a caso, le opere di Gianni sono in rilievo: ruvide, a volte stranianti, altre volte carezzevoli, buie o luminose, allegre o perturbanti. Proprio come la vita.
Nel servizio trovate immagini e intervista all'autore.






