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Enrico Vanzina al Baff, eccezzziunale veramente

Lo sceneggiatore e produttore Enrico Vanzina ha aperto la diciassettesima edizione del Busto Arsizio Film Festival

Aneddoti, ricordi, consigli. Un’affascinante rassegna di decenni di cinema italiano vissuti in presa diretta con i due registi di famiglia, il fratello Carlo e il padre Steno, quelli con cui lo sceneggiatore e produttore Enrico Vanzina ha aperto la diciassettesima edizione del Busto Arsizio Film Festival.

Ad ascoltare i retroscena di tanti film di culto, una platea non gremita, ma stregata dal quasi monologo dell’uomo cresciuto frequentando in casa Totò e Sordi e che ha scritto pellicole come Sapore di Mare, Vacanze di Natale e tanti altri titoli rimasti impressi nell’immaginario collettivo del Belpaese.

Commosso nel ricordare il fratello Carlo, scomparso un anno fa, con cui ha formato un’affiatatissima coppia di cineasti; profondo nel sottolineare come la cultura sia l’indispensabile base per chi voglia fare cinema; saggio nel consigliare ai giovani studenti dell’istituto cinematografico Michelangelo Antonioni che per fare il suo mestiere serve gran coraggio, tanta pazienza e un po’ di talento.

Ed è stato sempre lui a rendere omaggio all’amica Delia Cajelli, a cui è intitolato il teatro Sociale di Busto Arsizio, dove – proprio grazie a lei – era già stato. E che ora ha conquistato. Quanto, in particolare grazie a Vanzina, il primo ciak del Baff 2019 sia stato di successo si è potuto misurare attraverso due indicatori: il silenzio con cui i presenti lo hanno ascoltato e il fragore dell’applauso con cui lo hanno salutato

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