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“Il futuro dello spettacolo dipende (solo) dal pubblico”

Max De Aloe, musicista e fondatore del Centro di Espressione Musicale di Gallarate, non nutre grande fiducia nella politica né si affida alle nuove frontiere tecnologiche: “Potremo salvarci se la gente si mostrerà meno pigra e lo Stato meno ostile alla Cultura”

Di tutti gli interventi raccolti fino a questo momento nel dibattito di Rete55 sul futuro di Arte e Spettacolo, quello di Max De Aloe è forse il più duro, il più pessimista e il più severo nei confronti della politica.

Il musicista, virtuoso dell’armonica cromatica e fondatore del Centro di Espressione Musicale di Gallarate, punta l’indice contro le politiche fiscali ammazza-Cultura (cioè l’IVA al 22%), contro la tendenza dei colleghi artisti a muoversi in ordine sparso e contro la pigrizia del pubblico, che “negli ultimi anni si è allontanato dagli eventi live per rifugiarsi nella propria casa abbandonarsi a soluzioni televisive e social poco costose e meno empatiche.

L’intervento di De Aloe segue quello di tanti altri addetti ai lavori, che potete riascoltare cliccando i seguenti link:

Andrea Chiodi e Fabio Sartorelli

Simona Zanella

Serena Nardi

Riccardo Bianchi

Chicco Colombo

Gabriele Cirilli

Claudia Donadoni

Filippo De Sanctis

Marina De Juli

Silvia Priori

Caterina Cantoni

Maurizio Castiglioni

Manuela Maffioli

Stefano Bruno Galli

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