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Assegno Unico Frontalieri, sindacati: “Il Governo intervenga”

A distanza di sei mesi dall’entrata in vigore dell’Assegno unico universale, non c’è ancora nessuna soluzione per i lavoratori frontalieri che vedono ancora bloccate le erogazioni degli assegni familiari percepiti all’estero poichè non sono stati comunicati gli esatti importi da parte dell’Inps in Italia. Cgil Cisl Uil Frontalieri chiede un cambio di passo

A distanza di sei mesi dall’entrata in vigore dell’Assegno unico universale, non c’è ancora nessuna soluzione per i lavoratori frontalieri che vedono ancora bloccate le erogazioni degli assegni familiari percepiti all’estero poichè non sono stati comunicati gli esatti importi da parte dell’Inps in Italia. Così Cgil Cisl Uil Frontalieri che, dal mese di febbraio a oggi, hanno incontrato più volte la Direzione nazionale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, e inviato una dettagliata relazione fatta pervenire anche al Ministero del Lavoro in cui venivano descritte tutte le criticità. A tutt’oggi, i sindacati confederali non hanno ricevuto alcuna risposta.

 

Le casse estere hanno intanto interrotto le erogazioni degli assegni familiari di loro competenza e hanno richiesto direttamente ai frontalieri una “autocertificazione”.

 

Permane inoltre l’inesigibilità dell’AUUF per i lavoratori frontalieri in ingresso (residenti all’estero ed operanti in Italia), per il requisito esclusivo della residenza, anziché concorrente rispetto al rapporto di lavoro, in palese violazione del regolamento di sicurezza sociale UE 883/04. A quest’ultimi inoltre, viene negato anche il trattamento degli assegni familiari erogati fino a febbraio in Italia per soppressione dell’istituto degli AF a seguito della riforma.

“Il tempo è scaduto – dichiarano i coordinatori nazionali di Cgil Cisl Uil Frontalieri, Giuseppe Augurusa, Luca Caretti, Pancrazio Raimondo – e riteniamo assolutamente necessaria l’individuazione di una soluzione definitiva affidata a un provvedimento del Governo, non certo incompatibile con la prassi di un esecutivo in carica per ‘il disbrigo degli affari correnti’, necessario a garantire la continuità nell’azione amministrativa e la certezza del diritto”.

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