Dall’incanto alla paura, dalle risate allo schianto, dal fascino del gioco, all’abisso della morte. Il pullman di gitanti al centro della tragedia di lunedì a Lomazzo racchiude in pochi secondi sensazioni estreme quanto umane e struggenti.
Domenica Russo da pochi mesi aveva trovato il suo posto nel mondo in quel di Sesto Calende, dove abitava, e a Cazzago Brabbia, dove insegnava.
Lei, originaria di Napoli, venuta per coltivare una nuova generazione, aveva scelto, insieme ad alcuni colleghi, di accompagnare i bambini al Museo del Cavallo Giocattolo di Grandate.
Due pullman carichi di spensieratezza: uno dei quali, per motivi ancora da spiegare, ha urtato un camion, uccidendo Nika sul colpo. A piangerla sono la figlia, il compagno e un’intera comunità sconvolta.
E tutti quei bambini, che l’hanno conosciuta, le sono stati di fronte in aula e a fianco, magari per mano, durante la gita. Penso al trauma di un distacco così improvviso, brutale e definitivo.
Un’esperienza che quei piccoli hanno vissuto e subito nel peggiore dei modi e che di certo non potranno cancellare, avendo capito, troppo presto, quanto la vita sappia diventare cattiva.
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