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Congressi e convegni, si apre l’era “phygital”

Il neologismo certifica il passaggio storico determinato dal covid, che ha costretto il settore convegnistico e formativo ad affiancare iniziative in presenza a collegamenti in remoto. Nell’intervista a Rete55, il titolare di Summeet illustra i principali effetti della svolta, sul piano occupazionale, pratico e culturale

Un anno e mezzo di pandemia ha rivoluzionato la quotidianità di molti settori. Uno dei più sconvolti è stato sicuramente il comparto congressuale e convegnistico, che dall’oggi al domani si è trovato a un bivio: o approdare online, o sparire.

Ne sa qualcosa Matteo Calveri, titolare della Summeet, azienda varesina da 40 dipendenti, che ha fatto tesoro della drammatica esperienza e intercettato per tempo il concetto stesso di era “phygital”, neologismo utile a comunicare una nuova fase pratica, economica e culturale. Obiettivo, affiancare ai tradizionali eventi in presenza un’imprescindibile componente digitale.

Matteo Inzaghi ne parla col diretto interessato, che snocciola i numeri di quest’ultimo periodo e si sofferma sugli effetti, più e meno evidenti, della svolta.

L’intervista integrale sarà al centro della rubrica Salute in onda martedì 19 Ottobre dopo il tg.

 

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