Una sentenza storica per gli investigatori privati italiani, che affonda le radici in una vicenda tutta varesina, persa nei primi due gradi di giudizio e vinta in Cassazione.
Protagonisti, il detective ed esponente di categoria (nonché Angelo Urbano) Walter Piazza e l’avvocato Furio Artoni.
Tema centrale, il rispetto della privacy, notoriamente sfidata dalle investigazioni più efficaci. Ebbene, la Suprema Corte ha stabilito che, laddove non c’è danno non c’è reato.
Naturalmente, precisano i vertici di Federpol, tra i quali il presidente dei sindaci Leandro Piron, un'attività investigativa degna di questo nome e davvero professionale deve piantare i piedi in regole chiare, soprattutto nel quadro dei dati sensibili e nella stretta collaborazione con le autorità competenti.
Alla vittoria processuale si accompagna la soddisfazione per il riconoscimento ufficiale del tesserino, a conferma di un lavoro che deve distinguersi per formazione, competenza e professionalità.






