Gallarate: Ospedale unico, PD e OCG in protesta nei quartieri

Dopo mozione contro l’ospedale unico, le minoranze si mobilitano nelle piazze e nei quartieri di Gallarate

Si alza il livello della protesta contro il progetto dell’Ospedale Unico di Busto Arsizio e Gallarate. Dopo aver presentato una mozione in Consiglio comunale per chiedere la revisione del piano sanitario, il gruppo Obiettivo Comune Gallarate (OCG), insieme al Partito Democratico, porta la battaglia tra la gente, con una serie di presidi nei quartieri cittadini.

La prima tappa è fissata per sabato 10 maggio al mercato cittadino, seguita da un presidio in piazza Libertà domenica 11. La mobilitazione continuerà domenica 18 maggio ad Arnate e domenica 25 a Crenna. "Un’iniziativa per raccontare ai cittadini il grande bluff dell’Ospedale Unico", si legge nei volantini diffusi per l’occasione, che denunciano una perdita secca di 443 posti letto rispetto all’attuale dotazione degli ospedali di Busto Arsizio e Gallarate: da 1.216 si passerebbe a 773, con soli 664 letti ordinari.

"Spendere 440 milioni per tagliare quasi la metà dei posti letto è una scelta insostenibile – attaccano i promotori –. Il nuovo ospedale non garantisce un’adeguata risposta sanitaria per il territorio, né tiene conto delle reali esigenze di una popolazione che supera le 400mila persone, inclusa l’area aeroportuale".

Nel mirino della protesta anche la sorte dell’attuale presidio gallaratese Sant’Antonio Abate, destinato alla demolizione e a una generica “valorizzazione”, senza garanzie sulla realizzazione di un vero Ospedale di Comunità. Un taglio netto con 150 anni di storia sanitaria locale che preoccupa cittadini e consiglieri di opposizione.
“Non si può ignorare il patrimonio esistente né sacrificare il diritto alla salute in nome di un progetto carente sotto ogni profilo: dai posti letto alla viabilità, fino alla sostenibilità ambientale”, ha ribadito il capogruppo Massimo Gnocchi, primo firmatario della mozione.

Obiettivo: Informare e coinvolgere e coinvolgere la gente per chiedere un cambio di rotta, prima che sia troppo tardi.

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