Le ferite morali sono più di quelle fisiche. I danni emotivi sono più gravi di quelli strutturali.
Certo, il titolare del bar colpito dagli scalmanati che la notte tra sabato e domenica hanno scatenato un putiferio nel centro di Gavirate è quello che paga il prezzo più salato di tutta questa aggressività.
Ma a rimetterci, da diversi punti di vista, è l’intera comunità. Ogni vetro infranto, ogni vaso distrutto, ogni colpo inferto sono suonano come una sonora mazzata alla serenità che Gavirate merita e rappresenta.
Da poco elevato al rango di città, questo insieme di borghi e monumenti, lago e colline, chiese e chiostro è riassunto da scenari magici, contesti poetici e manifestazioni come Giugno Sport, ormai ai blocchi di partenza.
Gavirate è un organismo sano che merita di essere depurato dalle scorie.
E la responsabilità di agire spetta a tutti i cittadini onesti. A cominciare da chi, tra poche ore, riceverà le chiavi del Comune.
E che proprio da qui dovrà partire.
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All’indomani della “notte brava” di Gavirate, la comunità cerca risposte. Anche dai neo amministratori
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