Cerca
Close this search box.

Giorno del Ricordo, antidoto alla rimozione

Abbiamo seguito le celebrazioni di Varese e Busto Arsizio, accomunate dalla ferma volontà di perpetuare ciò che, per troppi anni, si è voluto oscurare. A Varese le parole dell’Associazione che rappresenta gli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia. A Borsano, la mostra dedicata al villaggio fondato da Don Emerico Ceci

Le note del silenzio e del Va’ Pensiero accompagnano interventi e parole dense di suggestione, di dolore indelebile, reso ancor più lancinante dalla lunga e spessa coltre di silenzio che, per anni, ha eliminato le vicende degli esuli e gli orrori delle Foibe dal dibattito pubblico e dai libri di Storia.

Il Giorno del Ricordo celebrato a Varese, nei giardini di via Pista Vecchia, a Masnago, contribuisce a tenere viva la testimonianza solenne di un passato che ha fatto male perché grondante sangue e perché volutamente ignorato da chi conosceva quella pagina e, per convenienza, ha tentato di strapparla.

In prima linea, il presidente dell’associazione che rappresenta gli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia, Pier Maria Morresi, con il sindaco Davide Galimberti e le principali autorità civili, militari e religiose.

Intanto, a Busto Arsizio, parole significative risuonavano nel cortile della casa della salute, a Borsano: Memoria e Ricordo, l’una fa riferimento alla mente e l’altra al cuore. A pronunciarle, il sindaco, Emanuele Antonelli, che spezza da subito l’inutile, vergognoso derby che da tempo cerca di contrapporre le commemorazioni più solenni, una dedicata alle stragi naziste e l’altra alle atrocità dei comunisti titini.

Location non casuale, il rione di Borsano, dove sorgeva il villaggio degli esuli fondato da Don Emerico Ceci, al centro di una mostra visitabile al piano terra della Casa della Salute.

Disponibile su Google Play
Disponibile su Google Play