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Giovani e covid: serietà, pessimismo e nostalgia dell’aula

Il sondaggio realizzato dagli studenti dell’Università dell’Insubria su un campione di 9 mila ragazzi tra i 18 e i 30 anni interpellati in tutta Italia. Futuro incerto, danni lavorativi e tanti cervelli pronti alla fuga

Prima di tutto un plauso. Perché nessuno, fino a questo momento, nel nostro territorio, aveva fotografato in modo così puntuale, completo e significativo il rapporto tra emergenza covid e giovani.

Lo ha fatto, con la consueta efficacia, il sondaggio effettuato dai ragazzi di Scienza della Comunicazione dell’ Università dell’Insubria, coordinati dal docente Franz Foti e dall’esperto Mauro Carabelli e supportati, in termini, divulgativi, da Eros Ramazzotti, che ha messo a disposizione le proprie pagine social per sostenere il progetto.

Venendo ai risultati, ecco gli aspetti più interessanti dell’analisi, condotta da 201 studenti su un campione di 8.900 giovani tra i 18 e i 30 anni, interpellati in tutta Italia, con una piccola percentuale di ragazzi residenti all’estero.

Nel servizio, alcuni dei dati salienti emersi, così come riassunti dal comunicato realizzato dagli studenti del progetto Covid Generation: Vanessa Bianchi, Miriam Corti, Anna Costacurta, Chiara Gorla, Karin Mecca, Elia Miatello, Sharon Tres, Giada Vassallo, Giulia Ziletti e Anna Corbetta.

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