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Il Safari Park chiede aiuto, Varese risponde

Con il parco chiuso e dunque nessuna entrata economica, i gestori sono in difficoltà. Chiedono a famiglie e aziende di adottare a distanza un animale, per garantirgli cibo e assistenza. A rispondere, anche tante aziende e associazioni della nostra provincia

Sei tigri e sette leoni. Ognuno di loro mangia circa cinque chili di carne al giorno. E poi dromedari, pellicani, ippopotami, giraffe, rinoceronti. Ognuno con una sua dieta specifica. Sono più di 400 gli animali ospitati al Safari Park di Pombia, nel novarese. Esteso su una superficie di 450 mila metri quadri, è il secondo più grande d’Italia e oggi – in piena emergenza Coronavirus – lancia il suo grido d’aiuto. 

 

Con il parco chiuso e dunque nessuna entrata economica, i gestori sono in difficoltà. Gli animali necessitano di assistenza, alimenti, farmaci, integratori – dicono. Inoltre, abbiamo una sessantina di dipendenti, affiancati da altrettante persone nei mesi di maggior attività. A tutti loro vorremmo garantire un futuro lavorativo.

 

Da qui, l’idea: chiedere a privati e ad aziende di adottare un animale, per assicurare loro cibo  e medicinali e per permettere al parco di superare la crisi. 

 

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