Cellulari o pc a pezzi, lanciati contro il muro in un impeto di rabbia o caduti inavvertitamente in acqua per realizzare lo “scatto perfetto” oppure hard disk reduci da alluvioni e fango, o ancora usb divorate da qualche quattrozampe un pò troppo ingordo sono alcuni questi tra i casi più eclatanti di recupero dati con cui si sono dovuti misurare i tecnici della multinazionale Krollontrack nella cosiddetta “Camera bianca” a Gallarate che ha aperto le sue porte (sigillate) per una mattinata alla stampa locale.
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La “Camera bianca” di Gallarate
Un vero e proprio laboratorio “sigillato”, a bassissimo contenuto di microparticelle di polvere dove vengono recuperati dati nei casi più disparati ha aperto le sue porte.
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Redazione Rete55
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