Momento storico per l’aeroporto di Malpensa, lo scalo varesino supera la soglia dei 31 milioni di passeggeri in un anno. Un traguardo mai raggiunto prima d’ora e che certifica la piena maturità dell’hub internazionale. I numeri che ha diffuso l’associazione Aeroporti Lombardi raccontano un cambiamento profondo. Nel 2009, primo anno dopo il de-hubbing di Alitalia, Malpensa si era fermata a poco più di 17,5 milioni di passeggeri, mentre il totale con Linate non superava i 25,8 milioni. Poi lo scoglio del Covid. Da allora lo scalo ha progressivamente cambiato modello, riducendo la dipendenza da un unico hub carrier e puntando su una rete di collegamenti più ampia con un ruolo sempre più centrale dei voli a lungo raggio e della ricerca di vettori internazionali.
La crescita di Malpensa si inserisce in un quadro regionale complessivamente positivo. Orio al Serio, che nel 2009 contava poco più di 7 milioni di passeggeri, chiude il 2025 attorno ai 16,9 milioni, in un anno di transizione legato ai lavori di ampliamento. Bene anche Linate, vicino alla soglia degli 11 milioni, con una crescita annua stimata del 3,6%, trainata soprattutto dall’aumento del traffico internazionale.
Dati che rafforzano il peso del sistema aeroportuale lombardo e confermano Malpensa come principale porta intercontinentale del Nord Italia, in vista delle sfide future legate allo sviluppo dello scalo e ai grandi eventi dei prossimi anni.
Il record, però, non è solo una storia di numeri. L’aumento dei voli e dei movimenti aerei ha riacceso il confronto con le comunità che vivono attorno allo scalo. Nelle città confinanti il continuo passaggio degli aerei, soprattutto nelle ore più sensibili, resta una criticità aperta, tra rumore, qualità della vita e timori per la salute. Un tema che accompagna da anni ogni fase di sviluppo di Malpensa e che oggi torna centrale, mentre lo scalo guarda alle Olimpiadi del 2026 e alle prospettive di ulteriore crescita.






