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Polizia col Taser: “Meglio tardi che mai”

Il SIULP plaude alla sospirata fornitura, anche alla Questura di Varese, dei dispositivi che permettono agli agenti di immobilizzare il soggetto senza mettere mano pistola né mani nude. Macchi: “Ora servono più tutele”

“Siamo arrivati buoni ultimi, dopo Repubblica Ceca e San Marino. Ma almeno siamo arrivati!”.

Battuta amara ma piena di verità quella con cui Paolo Macchi, segretario provinciale del principale sindacato di Polizia, il SIULP, commenta la fornitura di taser alle forze dell’ordine italiane e, nelle scorse ore, alla Questura di Varese.

Si tratta del dispositivo giallo-nero, in dotazione agli agenti e ai carabinieri, che consente di immobilizzare i soggetti particolarmente agitati o aggressivi senza bisogno di intervenire a mani nude né di mettere mano alle armi da fuoco.

Meno danni a chi viene bloccato o catturato, insomma, ma anche meno rischi per gli operatori di Pubblica Sicurezza, i quali, ricorda Macchi, finiscono spesso alla sbarra perché accusati di un utilizzo spropositato della forza.

Ed è proprio su quest’ultimo punto che l’Ispettore torna a mettere in puntini sulle i: “Il taser consentirà maggiore efficacia negli interventi fisici, ma un ulteriore passaggio imprescindibile riguarda il capitolo tutele. La difesa legale di chi interviene per difendere l’ordine pubblico non può gravare quasi interamente sulle spalle dell’operatore”.

 

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