Primo Piano: Alcune coltellate lacerano anche i luoghi comuni

Assassinio di Sharon, strage di Paderno, coltellate tra fratelli a Varese: casi diversi, estranei agli schemi

L’orrendo assassinio di Terno d’Isola. La strage di Paderno Dugnano. Il tentato fratricidio di Varese.
Tre fatti di violenza diversi e non paragonabili, se non per la macabra capacità di scardinare i nostri fragili schemi: quelle rassicuranti coordinate che molti di noi hanno cominciato a dare per scontate nella disperata ricerca di una ritualità che invece non c’è.
L’omicidio di Sharon, nella sua cieca assurdità, dimostra che non sempre il femminicidio è commesso tra le mura domestiche dall’ex o dal compagno di turno.
La famiglia sterminata dal 17enne Riccardo contraddice la retorica del mostro social, visto che il killer, di social, non ne usava affatto e aveva evidentemente generato da solo i propri crudeli fantasmi.
La coltellata di Varese, infine, fa a pezzi le analisi socioculturali sul degrado delle periferie. Il fendente da fratello a fratello, infatti, ha lacerato la centralissima ed elegante via Vetera.
A ennesima conferma di una violenza imprevedibile, che non ha indirizzo, né colore, né credenziali. Non la si può anticipare, ma solo raccontare, processare e, se possibile, contrastare a colpi di empatia, gentilezza, amore per gli altri.
Gesti e sentimenti che non possono debellare l’odio. Ma che fanno la differenza tra il buio del Male Assoluto e la fioca fiammella della Speranza.

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