Sei ore di ritardo. L’ennesimo schiaffo ai passeggeri e l’ennesima scivolata di una “pratica low-cost” che quest’Estate sta rendendo la vita difficile a migliaia di persone.
L’ultimo inciampo è avvenuto ieri (7 Agosto) ai viaggiatori che avevano programmato una “scappata” in Sardegna.
Il volo Wizz Air delle 17.40, in partenza da Malpensa, è decollato con oltre 4 ore di ritardo, atterrando a Olbia all’una passata.
Non del tutto chiare le cause del disguido, che va ad aggiungersi al chilometrico elenco di cancellazioni e slittamenti che, dall’inizio della bella stagione, stanno interessando gran parte delle compagnie a basso costo.
Componente, quella del costo, tutta da precisare. Perché se è vero che i prezzo di partenza continuano ad essere competitivi, è altrettanto vero che gran parte delle low-cost stanno trasformando in optional quasi tutti i servizi accessori.
E così, un biglietto venduto a un prezzo X rischia di comportare un esborso di 2 o 3 volte tanto una volta sommate voci come: bagaglio da stiva (per compensare un bagaglio a mano sempre più microscopico); coperture assicurative minime, priorità di imbarco e così via.
Ma come la mettiamo coi rimborsi? Sulla carta, il meccanismo è pressoché automatico: la soppressione di un volo o il suo marcato ritardo danno diritto al cambio gratuito del biglietto o al rimborso (del 100-120%). Anche qui, però, il passaggio dalle parole ai fatti non è altrettanto semplice, anche perché gran parte delle compagnie low-cost lavorano per via telematica ed è difficile trovare un interlocutore col quale affrontare il problema nel dettaglio.
Nel caso, meglio affidarsi a un’associazione di tutela dei consumatori, o, se ci si è avvalsi di un’agenzia viaggi, alla professionalità degli intermediari.
