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Varese ritrova la Polizia Postale. Ma per ora è part-time

A poco più di un anno dalla chiusura della sezione locale, la Questura annuncia la riattivazione dell’ufficio, specializzato nei reati informatici. Si comincia con un affiancamento alla Mobile

Pedopornografia, cyberbullismo, molestie online. Ma anche hackeraggio e altri tipi di criminalità informatica.

Reati odiosi, che lo sviluppo delle moderne tecnologie ha reso esponenziali e che, per essere contrastate, hanno bisogno di operatori competenti, ferrati, abituati a “smanettare” su pc e dispositivi elettronici.

Queste figure professionali sono riunite nella Polizia Postale, che però, alla fine del 2018, aveva subito un forte taglio su scala nazionale, vedendo chiudere la sezione della Questura di Varese, situata accanto all’Ufficio centrale di Poste Italiane. L’interruzione del servizio aveva scatenato polemiche di ampio raggio, in primis dalle stesse forze del’ordine, che per voce del sindacato SIULP e del suo segretario provinciale Paolo Macchi, aveva gridato allo scandalo, denunciando i possibili effetti di una decisione a dir poco antistorica.

Oggi la buona notizia. In una nota i vertici della Questura annunciano la riattivazione della Sezione di Polizia Postale, resa possibile da una riorganizzazione decisa dal Ministero dell’Interno.

Si procederà in modo graduale. Primo passo, l’affiancamento di alcuni operatori della rediviva Polposta agli agenti della Squadra Mobile, due giorni la settimana (martedì e giovedì, dalle 9.00 alle 13.00).

L’auspicio, ovviamente, è che, in tempi ragionevoli, il servizio possa tornare pienamente operativo, 24 ore su 24.

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