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Giöbia, cattiveria e maleducazione nel falò della giunta

Ieri a Busto Arsizio si è rinnovata la millenaria usanza del rogo del pupazzo di paglia e stracci, che scalda i cuori dal centro alla periferia

La Pro patria che compie 100 anni, ma anche la fontana di piazza Emanuele II. Con immancabili stoccate politiche da qui all’Europa… Ecco alcuni degli argomenti mandati ieri al rogo dai bustocchi in occasione del falò propiziatorio della Gioeubia. Ma la giunta che cosa brucerebbe?

Tra chi si toglie qualche sassolino dalla scarpa e chi si mantiene diplomatico, l’esecutivo Antonelli ha partecipato ai falò – seguiti dalla tradizionale risottata con la luganega – non soltanto in centro, ma anche in periferia. Del resto, è proprio questo il bello della Gioeubia: é una tradizione talmente radicata in città che non si limita a una piazza, ma si celebra in tante piazze e diversi cortili, coinvolgendo molte associazioni con un rituale che viene insegnato ai cittadini fin da piccolissimi, partendo in alcuni casi persino dall’asilo, dove l’ultimo giovedì di gennaio non manca il fantoccio di paglia e stracci da accendere. Anche se ai giorni nostri, naturalmente, le precauzioni legate alla sicurezza sono molte di più. Ma ancor oggi quando, come ricordava una delle Gioeubie, i genitori passano più tempo al cellulare che a giocare con i propri figli, questa millenaria tradizione è capace di riunire le famiglie e riportarle in piazza, nonostante le temperature non siano praticamente mai miti. Perché il fuoco che arde nel cuore dei bustocchi nei confronti di questa usanza scalda davvero tutti i cuori.

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