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“Aveva uno sguardo provocatorio”. E lui gli taglia la gola

Allucinante “giustificazione” quella accampata dal diciottenne che lo scorso 10 Luglio, a Busto Arsizio, ha gravemente ferito un ragazzo di soli 14 anni. Ora dovrà rispondere di lesioni personale aggravate

Quando la toppa è peggiore del buco. Anzi, nel caso specifico, del taglio. Quello che, una settimana fa, ha rischiato di spezzare la vita di un adolescente. E che interpellato sui motivi della sua violenza, ha attribuito al gesto allo sguardo, a suo dire provocatorio, della vittima.

I fatti, avvenuti a mezzanotte di giovedì 10 Luglio a Busto Arsizio, hanno luogo in piazza Vittorio Emanuele II, dove un ragazzino albanese di 14 anni viene gravemente ferito con un fendente che lo ha colpito tra un orecchio e la gola.

Sul posto giungono immediatamente gli agenti del Commissariato di Polizia, che nel ricostruire i fatti, mentre il giovane viene ricoverato d’urgenza e salvato (il taglio, per pochi millimetri, non ha reciso completamente giugulare), si scontrano con un’omertà diffusa. Compresa quella di un amico della vittima, che attribuisce le ferite a una sfortunata caduta dalla bicicletta.

Provvidenziali, per ricostruire l’accaduto, le telecamere di videosorveglianza, utili a individuare l’aggressore poco prima del ferimento, nonché la capillare attività di indagine e di raccolta di testimonianze, non particolarmente collaborative, ma utili a mettere insieme un puzzle di importanti informazioni.

Alla fine, eccoci al responsabile, nordafricano, residente nell’altomilanese, anch’egli giovane, ma divenuto maggiorenne pochi giorni fa. Agli agenti che gli chiedevano perché avesse ferito il quattordicenne, l’aggressore ha risposto che, a innescarne la reazione, sarebbe stata un’occhiata, poco gradita, lanciatagli dal ragazzo. Motivo per cui, all’alba dei suoi 18 anni, dovrà rispondere di lesioni personali aggravate.

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