180 partecipanti al consueto corteo di Do.Ra in scena a Varese nel tardo pomeriggio di sabato 10 febbraio.
Guidati dal leader Alessandro Limido, gli attivisti di estrema destra hanno marciato silenziosamente dalla Stazione a Piazza Montegrappa, guidati solo dal suono di un tamburo.
All’arrivo in piazza, un primo fuoriprogramma: l’imponente lampione che domina l’area era spento: un guasto, secondo la versione ufficiale. Un boicottaggio, secondo Limido, che ha accusato il sindaco Davide Galimberti di arroganza (il primo cittadino, negli stessi minuti, era a Palazzo Estense con quasi 500 persone per ribadire l’identità antifascista del capoluogo).
Nel discorso di fine corteo, nessun riferimento al controverso matrimonio celebrato (dallo stesso leader di Do.Ra) sabato scorso, grande rispetto per le vittime della furia titina e parole sprezzanti per l’establishment, inteso come forze politiche di governo e di opposizione.
Sul corteo ha vigilato un’attenta compagine di poliziotti, carabinieri e agenti di polizia locale.
