Cerca
Close this search box.

Artigiani, Galli: “Serve più coraggio”

Il Presidente di Confartigianato Varese commenta la legge di Bilancio e il decreto legge in materia fiscale varati dal Governo

Liberate le imprese, e noi creeremo lavoro”. Così Davide Galli, presidente di Confartigianato Varese, che – ancora una volta – punta il dito contro il peso della burocrazia, contro l’eccessivo carico fiscale, contro una politica che non risponde più alle aspettative dei cittadini e delle imprese. “Sì dunque alle novità introdotte dal disegno di legge di Bilancio e dal decreto legge in materia fiscale varati dal Governo, ma ancora tanto resta da fare”.

Galli tocca punto per punto gli elementi di criticità del sistema economico italiano. A partire dalla piaga povertà. “Un fenomeno che coinvolge intere fasce della popolazione” – dice il presidente – “dai giovani senza un’occupazione a chi, dipendente o micro-imprenditore, guadagna meno del minimo necessario alla sopravvivenza, rischiando di alimentare la già folta schiera dei disoccupati. A loro vanno aggiunti quanti sono stati espulsi dal mondo del lavoro, e che faticano a imboccare la strada per rientrarvi”.

Fondamentale il ruolo delle piccole medie imprese, indispensabili per far ripartire la macchina economica e che, secondo Galli, meritano un’attenzione particolare da parte del Governo. Attenzione in parte riconosciuta, dando agli imprenditori che reinvestiranno gli utili in incrementi occupazionali la possibilità di godere della riduzione, dal 24% al 15%, dell’aliquota Ires.

Di contro non può non preoccupare la copertura finanziaria delle misure previste dal Governo che Galli definisce azzardata. Si calcolano circa 20 miliardi che potrebbero essere coperti solo per circa 3 miliardi con la cosiddetta “pace fiscale” (un condono per i contribuenti con pendenze con il Fisco). Mancherebbero così all’appello almeno 17 miliardi.

Ecco dunque che diventa fondamentale riaccendere i riflettori sui possibili tagli alla spesa per beni e servizi della Pubblica Amministrazione e agli stipendi dei dirigenti pubblici; sulle sforbiciate alle sedi periferiche dello Stato, alle prefetture, agli enti pubblici; sulla chiusura delle partecipate inutili. Dunque tagli su tutto, fino a generare un risparmio di 30 miliardi di spesa pubblica. Un progetto mastodontico rimasto però fino ad oggi nel cassetto e che Galli spera non venga archiviato.

E mentre il disegno di legge di Bilancio e il decreto legge in materia fiscale varati da Palazzo Chigi sono già sotto la lente critica dell’Europa, l’urgenza reale resta quella di investire nelle imprese, per renderle più competitive a livello internazionale. Formazione, stipendi adeguati, tecnologia.

In sintesi: secondo Galli, sono ottime la rottura con il passato e l’introduzione di nuove manovre a sostegno dell’impresa, ma non bastano. Serve più coraggio, per rendere il nostro Paese sempre più forte e competitivo.

Disponibile su Google Play
Disponibile su Google Play