Riceviamo e pubblichiamo
Entrare nel merito di quelle che sono le direttive strategiche lato economico, infrastrutturale, territoriale, ambientale, turistico e commerciale previste dal PGT in fase di elaborazione, con i relativi impatti di investimento e di attrattività di un territorio in continua evoluzione e con uno dei più alti tassi di concentrazione di attività manifatturiere in Italia: è stato questo l’obiettivo di un incontro tra Confindustria Varese e l’Amministrazione Comunale di Busto Arsizio, ospitato questa mattina negli spazi della Nupi Industrie Italiane Spa.
Erano presenti al confronto: Luigi Galdabini, Presidente di Confindustria Varese, Emanuele Antonelli, Sindaco di Busto Arsizio, Silvia Pagani, Direttore di Confindustria Varese e Luca Folegani, Vicesindaco e Assessore alla rigenerazione urbana, urbanistica e edilizia.
La partecipazione all’evento è stata aperta a tutte le imprese associate a Confindustria Varese, sia con sede nel comune di Busto Arsizio, sia in quelli limitrofi, dal momento che gli interventi previsti dal PGT e dai piani di sviluppo della città hanno un impatto anche sul territorio circostante. Più di venti le imprese presenti con propri rappresentanti.
Gli interventi dell’Amministrazione Comunale, di Confindustria Varese e delle imprese hanno portato l’attenzione su queste tematiche: le problematiche della Sp20 via per Cassano Magnago, problemi di allagamento nella zona della stazione delle Ferrovie Nord di Castellanza, le principali linee strategiche del Pgt in via di definizione, lo sviluppo del trasporto intermodale e del settore della logistica e gli impatti sulla viabilità dell’area, la conciliazione e convivenza tra sviluppo sostenibile delle attività di impresa e industriali e parte residenziale, la viabilità di corso Sempione, collegamenti di trasporto pubblico con la zona industriale
I dati confermano la vocazione spiccatamente imprenditoriale e industriale di Busto Arsizio. Se viene preso come criterio di analisi la densità delle unità locali delle imprese attive totali i numeri mettono in luce la capacità diffusa del fare impresa di questa area: 16,9 per chilometro quadrato a livello italiano, 40,5 a livello lombardo, 62 a livello provinciale e 274 per la città di Busto Arsizio con 8.406 imprese attive su una superficie di 31 km/q. Ma la densità delle unità locali delle sole imprese attive manifatturiere mette ancora più in risalto una vocazione specifica, quella industriale: 1,4 per chilometro quadrato a livello italiano, 3,5 a livello lombardo, 6,2 a livello regionale e 24,5 per la città di Busto Arsizio con 752 aziende manifatturiere attive. Tra i dati più alti a livello nazionale. L’industria manifatturiera e i servizi alle imprese rappresentano insieme il 50% degli addetti dell’area.
Elevata anche la densità abitativa. A Busto Arsizio si registrano 2.740 abitanti per chilometro quadrato contro una media di 733 del resto della provincia, di 418 della Lombardia e di 195 come dato nazionale.
Durante l’incontro il Presidente di Confindustria Varese, Luigi Galdabini ha affermato: “La vocazione spiccatamente imprenditoriale e industriale di Busto Arsizio impone la necessità di valorizzare l’impresa, le su esigenze e le sue potenzialità come punto di riferimento per le politiche di sviluppo e crescita territoriale in termini di infrastrutture, turismo, innovazione, urbanistica. Non è una rivendicazione di parte o di categoria. Porre al centro della programmazione del territorio l’industria e la sua crescita sostenibile, e in coerenza con le esigenze di tutta la comunità, è un interesse generale di tutta l’Area di Busto Arsizio. Anzi, di tutta la provincia di Varese”.
All’interno del Piano Strategico #Varese2050 per il riposizionamento di tutto il Varesotto, Busto Arsizio e l’area circostante rappresentano dei punti cardine, ha continuato Galdabini: “Il tema infrastrutturale è centrale. Questa zona è il crocevia e il cuore dell’intera logistica dell’impresa varesina, elemento fondamentale di competitività. Non ci può essere una programmazione efficace dello sviluppo di questa area senza gli adeguati collegamenti in grado di liberare tutte le risorse positive e le capacità di impatto allargato che possono scaturire dalla presenza dell’aeroporto di Malpensa e degli importanti hub e snodi di trasporto intermodale che qui hanno sede. Con relative concentrazioni di traffico di persone e di merci”.






