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Casa, una nuova galassia da vivere

Interessante dibattito, a Varese, sulle nuove frontiere del costruire e dell’abitare, con imprese, agenzie, edili, architetti e autorità istituzionali. Brusa Pasquè: “A ogni pandemia corrisponde un cambio di passo estetico e strutturale”

Una casa da abitare, certo, ma anche da ripensare, ridisegnare, adeguare alle traiettorie del presente e alle prospettive future, con un occhio alla sostenibilità e l’altra ai servizi, sempre più aperti, funzionali, condivisi.

E’ l’universo abitativo dipinto dal dibattito accolto a Varese da ArredoPiù e organizzato con l’Associazione Edili e la partecipazione di tanti addetti ai lavori. Partendo da una premessa: metter su casa non significa più procurarsi un tetto con 4 mura, ma riflettere in uno spazio la propria indole e la propria personalità: un po’ biglietto da visita e un po’ nido, fortezza, rifugio: un mix di tecnologie e di competenze al servizio di tradizionali e italiche certezze.

Tra gli interventi più interessanti, quello della presidente degli architetti varesini, Elena Brusa Pasqué, la quale ha ripercorso l’architettura post covid. Sì, perché ogni secolo, ahinoi, ha avuto le sue pandemie. Quello del suo collega Rudi Manfrin, che si è soffermato sul nuovo concetto di spazio, filiera e competenze. Quello del coach, specialista in leadership, Francesco Pimpinelli, sull’effetto smart working e didattica a distanza e le parole di Davide Zaccone, presidente dei giovani di ANCE Varese, a proposito del valore estetico, aperto e funzionale intorno a cui ruota l’attuale domanda, che all’indomani del covid vede premiati territori verdi e di “ampio respiro” come la provincia di Varese.

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