Gallarate: Il commercio tiene in una città che “cambia pelle”

“Gallarate non è una città che chiude”, a dirlo sono i dati e l’assessore alle Attività economiche Longobardi

“Gallarate non è una città che chiude, ma una città che cambia pelle”. A dirlo sono i numeri presentati dall’assessore alle Attività Economiche Rocco Longobardi, che fotografano l’andamento di negozi, locali, artigiani e strutture ricettive nell’ultimo anno.
Il bilancio complessivo parla di un tessuto economico in equilibrio: 45 chiusure e 46 nuove aperture tra le attività di vicinato, 19 chiusure e 17 nuove aperture tra bar e ristoranti. In crescita i servizi alla persona, con 17 nuove attività tra parrucchieri, estetisti e centri benessere. Le strutture ricettive calano numericamente – da 108 a 103 – ma aumentano i posti letto disponibili, saliti da 787 a 808.
“I dati dimostrano che Gallarate non è una città che muore, ma una realtà che si trasforma, adattandosi alle nuove esigenze del mercato e dei consumatori” spiega Longobardi.
Il contesto segue le tendenze nazionali: i negozi tradizionali soffrono la concorrenza dell’e-commerce, mentre crescono i comparti legati all’esperienza, dal food al benessere fino al turismo. E il turismo provinciale dà una spinta: nel primo trimestre 2025 le presenze in provincia di Varese sono salite del +10,3%, con ricadute positive su Gallarate.

Per il futuro, l’amministrazione punta a sostenere un mix merceologico di qualità, riattivare spazi sfitti, favorire eventi e vitalità urbana e rafforzare la collaborazione con i Distretti del Commercio. Tra le novità in arrivo anche la piattaforma digitale “Gallarate Online”, che raccoglierà informazioni su attività, eventi, rioni e servizi della città.

“Il nostro compito – sottolinea l’assessore – è accompagnare questa trasformazione, affinché le nuove idee trovino spazio e Gallarate resti il cuore pulsante della vita economica e sociale del territorio”.

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