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Gallarate: “No tassa di soggiorno”, appello di un operatore

“No tassa di soggiorno”, un operatore del settore di Gallarate lancia un appello a giunta e “colleghi”

“Mettere una tassa di soggiorno solamente sul comune di Gallarate, secondo me va a penalizzare la mia struttura, ma anche tutti gli alberghi”. A parlare è il proprietario di una casa vacanza a Gallarate, che contrario all’entrata in vigore, dal primo aprile dell’imposta di soggiorno in città ha scritto una lettera aperta a sindaco e giunta in cui spiega le proprie ragioni con la speranza che l’amministrazione comunale ci ripensi. E poi l’appello agli altri operatori del settore per fare fronte comune contro un provvedimento che “rappresenta un esempio di burocrazia eccessiva e sterile, priva di vantaggi concreti per la comunità e suscettibile di generare un aumento degli oneri amministrativi per i contribuenti”.
Il testo integrale della lettera di Amedeo Valoroso
Buongiorno,
mi rivolgo a Voi, in qualità di proprietario di “Perla Grigia” (una piccola casa vacanze a Gallarate), con spirito costruttivo, al fine di manifestare il mio netto dissenso riguardo l’introduzione dell’imposta di soggiorno, deliberata con atto n. 218 in data 20/12/2023.

Desidero esporre alcune considerazioni in merito a questa decisione, che ritengo possa arrecare un danno non indifferente agli operatori del settore turistico.

Innanzitutto, ritengo che l’introduzione di questa ulteriore imposta renda Gallarate meno competitiva rispetto ai comuni circostanti. Considerando che la maggior parte dei turisti è solo in transito da Malpensa, sicuramente Gallarate non è la loro meta per le vacanze. E’ plausibile che, per evitare di pagare l’imposta di soggiorno, optino per altre località limitrofe per il loro soggiorno, al fine di risparmiare sui costi.

Inoltre, è importante sottolineare che le entrate comunali ammontano già a circa 33 milioni di euro, pertanto l’aggiunta di ulteriori 200.000 euro stimati, derivanti dall’imposta di soggiorno, risulta assolutamente irrisoria.
Analizzando le stime fornite, emerge che l’imposta inciderà solo per lo 0,6% sul totale delle entrate. Tuttavia, è evidente che questa nuova fonte di incassi sarà gravata da spese amministrative, di controllo e di gestione del portale, che limiteranno ulteriormente i benefici effettivi per il Comune.

Non posso fare a meno di notare che, secondo quanto riportato dai media locali, una quota poco significativa delle nuove entrate, il 25% di 200.000 euro, sarà destinata a progetti nel settore del turismo d’affari e fieristico. Tuttavia, mi domando se sia davvero necessario introdurre un’imposta di soggiorno per finanziare tali iniziative con soli 50.000 euro, considerando il già consistente bilancio comunale.

Inoltre, va considerato l’incremento della burocrazia associato al pagamento di questa tassa. Migliaia di turisti e centinaia di operatori del settore dovranno dedicare tempo e risorse per adempiere a un obbligo fiscale che non comporta alcun beneficio tangibile per la collettività.
Attualmente, gli adempimenti burocratici sono già numerosi, con la registrazione degli ospiti su piattaforme come Ross1000 e AlloggiatiWeb. Introdurre un ulteriore portale per la raccolta dell’imposta di soggiorno comporterebbe duplicazioni di dati e procedure, con conseguente aumento della complessità e dei disagi per gli operatori.

Ritengo, pertanto, che l’attuale delibera rappresenti un esempio di burocrazia eccessiva e sterile, priva di vantaggi concreti per la comunità e suscettibile di generare un aumento degli oneri amministrativi per i contribuenti.

Inoltre, ritengo che l’efficace contrasto all’abusivismo nel settore delle strutture ricettive possa essere ottenuto attraverso altre strategie, come un rafforzamento dei controlli sulle piattaforme online di prenotazione, come Airbnb e Booking, al fine di verificare la regolarità delle licenze.
Mi chiedo in che modo l’introduzione di nuove tasse e oneri burocratici possa realmente contrastare l’abusivismo e favorire una concorrenza leale nel settore. Al contrario, è probabile che tasse e burocrazia favoreggino l’abusivismo, rendendo la concorrenza ancora più sleale nei confronti di chi opera secondo la legge.

Con la presente, desidero, quindi, proporre un cambio di rotta, orientato verso la semplificazione amministrativa e la riduzione degli oneri fiscali, anziché verso l’incremento di imposte e burocrazia.

Confido nella Vostra sensibilità e disponibilità nel valutare le mie osservazioni e nell’adottare misure che non ostacolino lo sviluppo del settore turistico a Gallarate. Resto a disposizione per un incontro, qualora lo consideriate opportuno.

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