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Paradosso bancario: penalizza i suoi migliori clienti

La First CISL guarda con preoccupazione all’esodo dei dipendenti, che supera del triplo il numero di assunzioni. Indice puntato contro gli oltre mille sportelli in odore di chiusura. Colombani: “Italia fanalino di coda per cultura digitale. A pagare il prezzo più salato, gli anziani, detentori della maggior fetta di risparmio

Un Paese poco digitale, a corto di sportelli e di lavoratori.

E’ un quadro a dir poco disarmante quello che dipinge la FIRST Cisl, nell’incontro organizzato oggi dal sindacato di Varese e di Como in occasione del consiglio direttivo.

A fianco degli esponenti locali, come il segretario dei Laghi Alberto Broggi e il regionale Andrea Battistini, il leader nazionale dell’organizzazione, Riccardo Colombani.

E’ proprio quest’ultimo, nel colloquio coi giornalisti che ha preceduto il focus sindacale, a soffermarsi sulle note dolenti di questa difficile ripartenza. Prima di tutto, il divario pressoché abissale tra lavoratori in uscita e nuove assunzioni. 2.300 i dipendenti usciti di scena, per diversi motivi, nel Gruppo Intesa SanPaolo; più di 1.300 nel Gruppo Unicredit e oltre 1.600 i colleghi della BPM in via di pensionamento. E questo a fronte di nuovi ingressi per poche centinaia di unità.

In secondo luogo, un graduale sgretolamento della presenza delle banche sul territorio e nei quartieri. Più di 1.000 gli sportelli già chiusi o in odore di chiusura da qui ai prossimi mesi. Si tratta – scandisce Colombani – di un paradosso all’ennesima potenza. Primo, perché la minor presenza di filiali porta a una più difficile erogazione di credito alle imprese (meccanismo spesso originato dall’incontro fisico tra le parti). Secondo, perché a pagare il prezzo più salato sono i “migliori” clienti: gli anziani, detentori di una consistente fetta di ricchezza. Il riferimento è al risparmio privato e agli oltre mille miliardi di euro depositati sui conti corrente italiani. Terzo, perché meno sportelli e meno personale a gestirli, dati alla mano, si traducono in inefficienza. Quarto, perché la logica delle chiusure dovrebbe andare a braccetto con una cultura digitale che, al contrario, in Italia manca all’appello (non a caso il PNRR pone la digitalizzazione tra i suoi temi cardine).

Insomma, chiosa il segretario: “Le banche devono decidersi a tornare alla loro originaria vocazione: sostenere le famiglie e le imprese italiane, attraverso il supporto all’economia reale”.

 

 

 

 

 

 

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