Cerca
Close this search box.

Varese, manifattura al bivio. Galli: “Politica inerte”

Qualche anticipazione del convegno in programma il 22 Luglio a Villa Ponti, quando The European House – Ambrosetti presenterà lo studio su impresa e produttività. Bene l’export, ma valore aggiunto e competitività scemano. Galli: “Tessuto industriale imprescindibile, non siamo l’Inghilterra”

I dettagli saranno resi noti venerdì 22 Luglio, a Villa Ponti, dove Confartigianato e le 300 imprese già iscritte all’evento ascolteranno Lorenzo Tavazzi e gli altri ricercatori di The European House – Ambrosetti, artefice di uno studio che riprende e aggiorna il quadro dipinto nel Marzo 2019 (per rivedere il reportage realizzato allora, clicca qui).

Ma qualcosa, circa le luci e le ombre della situazione economica in provincia di Varese, è già emerso chiaramente. Prima di tutto, l’inesorabile sgretolamento dell’impresa manifatturiera, ciò che ha fatto grande il territorio e che oggi appare in affanno.

Le suddette ombre, infatti, si riferiscono soprattutto alla graduale perdita di valore aggiunto e alla minore capacità di produrre ricchezza. Tendenza che, diagrammi alla mano, vede la linea varesina precipitare anno dopo anno, dal 2011 al 2021.

Il calo si riflette anche nel -8% di imprese attive sul territorio, dato che, a livello regionale, complice la “locomotiva” milanese, si mostra pressoché inalterato.

Insomma, sul fronte industriale Varese fa peggio di quasi tutte le province lombarde. Ma, nota confortante, è ancora determinante, grintosa e virtuosamente aggressiva sui mercati esteri. Il capitolo export (cui si deve più del 40% del PIL) premia la nostra provincia, confermandone dinamicità e competitività.

Uno scenario che necessita di deduzioni e contromosse, passaggio cruciale dell’incontro del 22. Nel frattempo, però, il Presidente di Confartigianato affronta il tema con la consueta schiettezza.

A soffrire maggiormente – spiega Davide Galli – sono soprattutto le piccole e micro imprese, che faticano ad accedere al credito e, in molti casi, scontano il difficile passaggio generazionale. Situazione ancora più difficile nell’alto varesotto, a corto di infrastrutture e alle prese con l’agguerrita concorrenza svizzera.

In parallelo, però, va riconosciuto il merito di coloro che sanno misurarsi coi mercati esteri di essersi strutturati, digitalizzati, aggiornati, dimostrandosi all’altezza delle nuove sfide imposte dal cambiamento.

Proprio in questa direzione, quindi, dovrebbero muoversi le istituzioni. Perché a mancare all’appello, al momento, è la politica locale: “Il nostro – chiosa Galli – non è un Paese come l’Inghilterra, che può prosperare grazie a servizi di alto ricavo: noi abbiamo una tradizione manifatturiera che va difesa, sostenuta e messa nelle condizioni di trovare il meritato rilancio. E’ la strada che ci indicano le 113 imprese interpellate da Davide Ielmini in un libro di nuova uscita. Ed è ciò che gli amministratori locali, regionali e nazionali farebbero bene a non dimenticare.

Disponibile su Google Play
Disponibile su Google Play