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Addio Fabio, quintessenza del poliziotto

Si è spento, dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro la malattia, il dirigente Mondora. Aveva 56 anni. I colleghi lo ricordano per la determinazione, l’efficacia investigativa, ma anche la simpatia e la generosità. Martedì, nella Basilica di Varese, i funerali

Contro il crimine non ha mai perso una battaglia; contro la malattia, purtroppo, ha dovuto arrendersi.

Ma lo ha fatto dopo anni di resistenza, coraggio e attaccamento alla vita. Anni in cui Fabio Mondora, vicequestore scomparso a soli 56 anni, ha continuato a fare ciò che amava di più: il poliziotto.

Numerosi gli incarichi di rilievo e di responsabilità collezionati nella sua brillante carriera, cominciata proprio qui in provincia di Varese, tra la polizia di frontiera e la sezione narcotici della Squadra Mobile. Dopo una prima esperienza a Milano, per l’ufficio immigrazione, e una parentesi alla Mobile lecchese, Mondora torna a Varese come dirigente della Digos e poi di nuovo nella Questura meneghina, per vigilare sull’Expo 2015.

Nel 2017 gli vengono affidate le redini del Commissariato di Gallarate, poi a Torino, nuovamente ai vertici della Digos.

Nell’ultimo periodo era tornato a Varese, riaffermando la propria tempra umana e professionale nonostante l’aggravarsi della malattia.

Lo scorso Autunno gli è stata conferita la prestigiosa croce d’argento (nella foto, il giorno della consegna).

Domani e lunedì sarà allestita la camera ardente a Sesto Calende, in via dell’Artigianato 2. Martedì pomeriggio sono previsti il Rosario (alle 15.00) e i funerali, alle 15.30, nella Basilica varesina di San Vittore.

Se n’è andato il meglio che la polizia possa generare“, commenta, addolorato, Paolo Macchi, segretario del principale sindacato di categoria, il Siulp, del quale Mondora è stato iscritto ed esponente.

E noi giornalisti locali, che abbiamo avuto il privilegio di conoscere il dottor Mondora, stringergli la mano, parlargli, condividere opinioni, ascoltare la voce della persona e quella del dirigente di PS, non possiamo che concordare.

Il compianto vicequestore era la quintessenza del poliziotto: un uomo umile e gentile, calmo e sorridente, ma anche abile, infaticabile, esperto, difensore degli onesti e determinato avversario delle pieghe più oscure e deviate della società.

Con Fabio Mondora lo Stato italiano, le forze dell’ordine, e la cultura della legalità perdono uno dei loro figli migliori. Ma guadagnano il più prezioso degli Angeli Custodi.

 

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