"Verrà la morte e avrà i tuoi occhi". Evidentemente, non quelli di Stefano Binda. Questo, almeno, secondo la Corte d'Assise d'Appello di Milano, che ieri sera ha assolto l'uomo, 52 anni di Brebbia, dall'accusa di aver ucciso Lidia Macchi nel Gennaio 1987. Dopo 3 anni e mezzo di carcere, Binda è tornato a casa da uomo libero. E dopo 32 anni Lidia e la sua famiglia non conoscono ancora nome e volto del killer. La frase del nostro incipit non è casuale: ci riporta ad una magnifica poesia di Cesare Pavese, ma anche ad una parte integrante dell'impianto accusatorio.
ULTIMA ORA
- Russia-Ucraina, quanto pesa il denaro nelle trattative per la pace?
- Manovra, la pensione anticipata 'rallenta' dal 2031: cosa cambia
- Auto, Guidesi: "Non basta revoca divieto vendita veicoli a benzina e diesel"
- Famiglia nel bosco, Corte d'Appello rinvia la decisione sul ricongiungimento ai genitori
- Auto, l'Ue rivede gli obiettivi: dal 2035 -90% emissioni per i nuovi veicoli anziché -100%
- Sanità, presentato Deestrategy, modello per continuità assistenziale in encefalopatie rare
- Russia, Zakharova plaude a Salvini: "Sue conclusioni su leader Ue indiscutibili"
- Bper, fino al 19 su piattaforma Produzioni dal Basso crowdfunding progetti 'Bene Comune'
- Natale e Capodanno, il cuore va protetto a tavola: i consigli del cardiologo
- Narges Mohammadi, la famiglia denuncia: "Negata visita medica dopo pestaggio"
Binda assolto, ma non c'è pace per Lidia
La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha deciso: il 52nne di Brebbia è innocente. Lui è già tornato a casa. E la morte della giovane resta, dopo 32 anni, senza un responsabile
- Pubblicato il
Matteo Inzaghi
Articoli correlati
Territori
Categorie






