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Glocal, il giornalismo da capire. E da (psic)analizzare

Decima edizione del Festival organizzato da Varesenews, con Ordine professionale, Associazione Stampa Online e Camera di Commercio. 30 incontri e 80 relatori dall’11 al 14 Novembre

Da 10 anni la nostra categoria, quella dei giornalisti, ha la possibilità di stendersi su un ideale lettino e raccontare di sé a un altrettanto ideale psicanalista. Non un soliloquio, bensì una terapia di gruppo, utile a cogliere le nuove traiettorie di una professione dai contorni sempre più sfumati.

Il merito è di Varesenews e del suo “editordirettore” Marco Giovannelli, che dando vita a Glocal ha collocato di fronte al pubblico e agli addetti ai lavori un enorme specchio, per riflettere il (e sul) mestiere di chi l’informazione la fa e le tendenze di chi, l’informazione, la riceve.

Ora è tempo di ripartire, con un’agenda ricca di iniziative e un lungo elenco di ospiti. Il tutto, in un fazzoletto di tempo: dall’11 al 14 Novembre. Quattro giorni decisamente intensi a giudicare dai 30 incontri e gli 80 relatori previsti nelle diverse location: sede camerale di Piazza Montegrappa, Ville Ponti, Salone Estense e sede di VareseVive.

Il programma (per vederlo nel dettaglio, clicca qui), presentato in Regione Lombardia da Giovannelli e da Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei Giornalisti (che sostiene il festival insieme all’Associazione Stampa Online, col supporto di Camera di Commercio e di tanti altri soggetti pubblici e privati), dibatterà, tra l’altro, di mercato e deontologia, giovani e freelance, social e piattaforme, newsletter e intelligenza artificiale, sostenibilità e cultura audiovisiva.

Ciò che conta è confrontarsi a voce alta e mente aperta su un mestiere fondamentale, alle prese con la rutilante trasformazione degli strumenti e del linguaggio e alla perenne ricerca di un punto di equilibrio tra forma e sostanza, esperienza e nuovo slancio, tradizione narrativa e inedite frontiere digitali. Obiettivo, tenere la barra dritta su “sacralità” della notizia, cultura del racconto, faro della deontologia e poliedricità dell’opinione.

Perché, oggi ancora più di ieri, per conferire alla professione il carattere di servizio fare il giornalista non basta. Bisogna esserlo.

 

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