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“ITS preziosi, lavoriamo perché diventino di moda”

Il convegno organizzato a Busto Arsizio ha raccolto tante voci e spunti di grande interesse, dando la parola a Istituti Tecnici, impresa, politica e ragazzi. L’assessore regionale Guidesi: “Formazione post diploma è passaggio cruciale, serve una riforma della Pubblica Istruzione”

Bisognerà trovare un volto noto, una star, un influencer, allora sì che gli ITS otterranno lo spazio che meritano”.

La battuta arriva a fine giornata, a Busto Arsizio, e a pronunciarla è Guido Guidesi, Assessore regionale allo Sviluppo, che il convegno sugli istituti Tecnici Superiori lo ha seguito tutto, dall’inizio alla fine, ascoltando ogni parola, immagazzinando dati, potenzialità e criticità di un sistema prezioso ma ancora trascurato. Dai dirigenti scolastici (l’unica presente era la timoniera del Liceo Crespi, Cristina Boracchi, coi suoi ragazzi a fianco), ma anche dalle famiglie e dai media.

Da qui la battuta dell’assessore sullo spazio che gli ITS meriterebbero. Non uno spazio pratico, perché quello già ce l’hanno, visti i 4688 studenti iscritti nei 23 istituti lombardi, pari ad un quinto del totale nazionale, con un incremento del 36% dell’offerta formativa, giunta agli attuali 193 corsi 50 in più rispetto al 2020.

Quel che occorre scavare è uno spazio culturale, che sgomberi l’immaginario collettivo da incrostazioni ideologiche, resistenze snobistiche e, più in generale, quel ginepraio di luoghi comuni che rischiano di ingolfare, anziché semplificare, l’accesso dei giovani al mondo del lavoro.

I diretti interessati, cioè i 4 ITS presenti sul territorio (ITS Mobilità sostenibile, ITS Incom, ITS RED Academy e ITS Cosmo) hanno parlato chiaro, snocciolando opportunità e infrangendo stereotipi. Come il pioniere Angelo Candiani, quando ricorda che la tecnologia consente di aprire alle donne ogni settore, ogni ambito, ogni opzione.

O Alberto Rimoldi, il quale ricorda la necessaria integrazione tra conoscenze, su un mercato in cui costruire una casa non significa più solo maneggiare mattoni, ma spaziare dalla materia energetica a quella ambientale.

O Rosaria Ramponi, che da INCOM si sofferma sull’imprescindibilità della comunicazione.

O Grazia Cerini, che indica nelle nuove frontiere tessili l’intreccio di un’economia che non conosce più frontiere, nemmeno sul piano semantico. 

Organizzato dal Comune insieme con gli addetti ai lavori e la Provincia, il convegno ha visto poi l’intervento dell’impresa e delle associazioni, cioè di chi, come Unione Industriali, Confartigianato e Confcommercio, invoca da anni la moltiplicazione dell’ITS, scuole per diplomati che garantiscono un passaggio dagli studi al luogo di lavoro pressoché automatico.

Come raccontano i tre giovani testimoni diretti, cioè Lazar, Luca e Matteo, usciti da 3 ITS e subito approdati ad altrettante, importanti aziende del territorio. 

Insomma, le opportunità sono lì da vedere e il mismatch tra domanda e offerta, cioè il divario tra giovani a caccia di impiego e imprese che cercano addetti ma non ne trovano, resta un nodo che abbiamo tutti il dovere di sciogliere.

Prima, però, bisogna mettere mano al pregiudizio. Quello che ancora oggi spadroneggia in tante famiglie, tante scuole. E nelle teste di troppi docenti e presidi. Che sabato avrebbero dovuto affollare la sala dei Molini Marzoli. E che invece, chissà perché, hanno marcato visita.

Forse per questo ha ragione Guidesi, quando sentenzia: “Solo una seria riforma della Pubblica Istruzione potrà dare agli ITS il ruolo che meritano“.

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